Update: ho recentemente rivisitato il ristorante, e confermo tutto.
Passeggiando per Casale Monferrato, sono stato attratto da un piccolo leggio davanti a un grande portone chiuso. Mi sono avvicinato e ho scoperto che si trattava del menù di un ristorante, l'Accademia. Essendo in cerca di un posto in cui mangiare (amo la scoperta casuale e mi fido poco di Google per il cibo), decido di suonare il campanello, come da istruzioni sul menù. Il portone si apre e mi ritrovo nel chiostro di Palazzo Gozzano Treville, sede storica della Filarmonica di Casale. Il palazzo è bellissimo, in puro stile piemontese: austero all'esterno, opulente all'interno. La manutenzione potrebbe essere migliore, ma ammetto che la decadenza aumenta il fascino del luogo. Salendo una scalinata doppia arrivo al ristorante e siamo accolti in un'anticamera immensa, piena di affreschi e stucchi. Incantevole. Il servizio si dimostra subito gioviale e preciso, e giovane. Il ristorante si snoda su più sale, tutte degne di nota. La nostra, quella di lettura, è a primo impatto semplice, ma svela presto dettagli di chiaro pregio nel mobilio. I grandi tavoli rotondi sono apparecchiati con sobrietà. La cucina mescola tradizione e innovazione, come di moda al momento. Ma, e sono contento di usare questo ma, qui all'Accademia pare ci sappiano fare, non è fuffa. I piatti hanno sapori decisi, fanno della semplicità la loro cifra, pochi gli intingoli e solo i necessari. Il Gran Plin univa una pasta ottima a un ripieno gustoso. La pezzatura era forse un po' grande per i tradizionalisti, ma non essendo della zona non ho preferenze forti. L'abilità nel trattare le carni è chiara. Il vitello tonnato che ho provato è quello all'antica, con netta separazione nelle componenti, e tonnata molto densa e sapida. Preferisco la versione più moderna, ma è solo questione di gusti personali, perché il piatto era in ogni caso interessante. I dolci, almeno quelli provati, piacevoli, ma forse il punto debole. Comunque tornerò, quindi avrò modo di aggiornare. In generale l'impiattamento è curato ma non pretenzioso. La carta dei vini guarda molto (e ci mancherebbe!) al territorio. Il cameriere è stato bravo nel consigliarci un barbera superiore, con tanto di storiella annessa. Un posto in cui tornare: qualità e prezzi onesti.
Piatto consigliato: Gran plin con burro salato, guancia di vitello, selezione di formaggi. Nota: il menù degustazione sembra un'opzione molto interessante, anche visto il prezzo.